Nel cuore del Salento, la natura come non l’avete mai vista
Il Parco Naturale di Rauccio custodisce molti gioielli naturali, per bellezza e rarità:
- un bosco di lecceti, testimonianza medioevale della foresta di Lecce che si estendeva tra Lecce, Otranto e Brindisi;
- una zona umida denominata “specchia della Milogna”;
- due bacini costieri, Idume e Fedita;
- tre canali (Rauccio, Gelsi e Fetida) per la confluenza delle acque risorgive;
- zone di macchia mediterranea e gariga costiera;
- aree agricole e allevamento.
Da tutta questa varietà ambientale deriva una notevolissima ricchezza di biodiversità di micro e macro habitat.
Il Laboratorio di Botanica Sistematica ed Ecologia Vegetale del dipartimento di Biologia dell’Università del Salento ha rilevato nel parco di Rauccio, in seguito al censimento della flora, ben 584 specie di piante ripartite in 338 generi e 81 famiglie. Ha censito 12 habitat, 5 prioritari e 7 di interesse comunitario; 228 specie faunistiche, 6 anfibie, 114 di uccelli, 14 di rettili e 16 di mammiferi; 30 specie botaniche rare, di cui 4 sono presenti nella “Lista Rossa Nazionale” delle specie a rischio di estinzione.
Il parco naturale regionale Bosco e le paludi di Rauccio si possono visitare seguendo quattro tipologie di percorsi escursionistici a tema: botanico, faunistico, idrologico e storico-culturale. Nel sottobosco germogliano l’ilatro, il lentisco, il mirto, l’alaterno, la salsapariglia e il caprifoglio mediterraneo.
I bacini d’acqua dolce, Idume e Fetida, sgorgano dal sottosuolo sfociando poi nel mare ed è lì, nelle acque fredde dei bacini, che crescono alghe characeae e brasca pettinata.
La fauna del parco è varia e numerosa: negli acquitrini e nelle radure del bosco troviamo il tritone italico, il rospo smeraldino, la raganella italica ed il tasso.
Il parco è anche una zona importante per l’avifauna migratoria. In primavera stazionano, infatti, upupe e tortore; durante l’inverno non è difficile trovare nelle acque del bacino Idume anche bellissimi cigni bianchi.
L’aspetto che assume oggi la vegetazione spontanea del parco è unico, frutto di tutte le interazioni umane, le trasformazioni apportate per fini agricoli ed edificatori del terreno, ma anche per l’ininterrotto adattamento della vegetazione al mutare delle condizioni ambientali.